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IL RUGBY E MINI-RUGBY

Il rugby è la dimostrazione che alcuni valori, come lealtà, rispetto, generosità, sacrificio, altruismo, possono resistere nel tempo, anche nello sport. E’ spettacolo, ma anche disciplina dura che richiede preparazione fisica ed atletica e, in parti eguali, autodisciplina ferrea, coraggio, amicizia, generosità, sacrificio, altruismo, rispetto dei compagni, dell’avversario e delle regole (per nessun motivo i giocatori contesterebbero una decisione dell’arbitro o simulerebbero un infortunio). Gioco  ideale di squadra in cui prevale il gruppo rispetto al divismo del singolo, il rugby vanta molti valori antitetici al calcio. Ognuno dei quindici giocatori deve interpretare al meglio il suo ruolo, fino al risultato finale di portare il pallone oltre la mèta. La partita è come una battaglia, fatta di colpi duri e un giocatore non uscirebbe mai dal campo senza aver dato il meglio di sè e senza aver contrastato e reso quanto mai difficile la vita sul campo ai suoi avversari. Ma a fine partita, ciò che caratterizza unicamente questo sport, è il cosiddetto “terzo tempo”, un’altra delle sacre tradizioni del rugby, momento unico di aggregazione nel corso del quale vincitori e vinti, arbitri e dirigenti si ritrovano affratellati da un boccale di birra. In fondo, è questo il vero spirito del rugby. Non sono da meno gli spalti degli stadi, permeati della stessa atmosfera e dello stesso spirito che si respira sul campo. Correttezza, rispetto, mai episodi di “tifo contro”. E come i giocatori, anche i tifosi festeggiano a fine partita il loro “terzo tempo”. Il rugby, nato nel lontano 1858, è la dimostrazione che alcuni valori possono resistere nel tempo. Ancora oggi esso mantiene quell'aria nobile e un po’ rètro che attira e suscita l’interesse e l’entusiasmo di un gran numero di persone in tutto il mondo.

 

"Essere rugbisti dovrebbe essere un modo per diventare cittadini della Repubblica italiana. Se non educhiamo la base, cosa ci distingue dagli altri sport? In Inghilterra l'attività sportiva e il rugby in particolare è l'attività di base per la formazione prima di tutto del cittadino! Quello che bisogna insegnare ai bambini è il rispetto delle regole e non fregare il prossimo"

Franco Ascantini, ex pilone della Nazionale di rugby.

 

Il rugby è uno dei pochi sport dove si mette prima di tutto quello che dovrebbe essere al principio della formazione dell'individuo:

  • Il Rispetto (verso l'arbitro e l'avversario), 

  • Il Gioco di squadra,

  • La preparazione fisica e psichica (contatto fisico, forza, agilità e velocità di esecuzione),

Uno sport, che in fondo, prepara i più piccoli alla Vita!

Tutti devono giocare non solo i più bravi

Nel mini-rugby, come previsto dal regolamento federale, tutti i bambini che fanno parte della squadra devono giocare, scendere in campo e dare il loro contributo per il bene della loro squadra.

Il Rispetto

Una delle prime regole è quella del Rispetto delle regole, dell'arbitro e dell'avversario! Anche i Supporter delle squadre di rugby conoscono questi sani principi alla base di questo Sport. Oltre i tempi regolamentari di gioco esiste il cosiddetto "TERZO TEMPO". A fine partita giocatori, allenatori, dirigenti e supporter si ritrovano a mangiare e banchettare perchè sarà anche un gioco maschio e duro ma il fair play viene prima di tutto! 

Favorisce la crescita e lo sviluppo motorio e psichico

Nelle categorie Under (che vanno dalla Under 6 alla Under 12) il gioco prevede che si giochi con un numero ridotto di giocatori, tutti insieme maschi e femmine. Si gioca senza mischie, senza porte e senza falli laterali. La cosa importante nel mini-rugby è che i bambini imparino a correre, saltare, cadere senza farsi male e cosa più importante a sviluppare gli schemi motori che sono alla base dello Sport in genere.

Il regolamento del mini-rugby è atto per favorire lo sviluppo PEDAGOGICO  e TECNICO in base alla categoria di appartenenza.

Leggi Il Regolamento

L'importante non è vincere ma giocare bene

I bambini devono imparare che non conta solo vincere il torneo ma devono vincere innanzitutto la sfida contro i loro tabù! I bambini giocano per divertirsi. Vincere vuol dire assegnare un compito a ciascun bambino e alla squadra e portarlo a compimento. Un allenatore di rugby non è solo un allenatore ma un educatore che deve avere a cuore ogni elemento della sua squadra. Una squadra che mira solo alla vittoria lascerà, inevitabilmente, indietro i meno dotati senza dar loro la possibilità di mettersi in gioco e migliorare loro stessi.

Non è uno sport pericoloso

"Il rugby è un gioco di contatto sia con il terreno sia con l'avversario, quindi il rischio di traumi c'è, ma non più che in altri sport. Il rugby che vediamo in tv, con le sue azioni spettacolari, non è certo quello che si insegna ai bambini. Nel mini rugby le manovre più rischiose sono vietate: non c'è la mischia e anche i "colpi" sono vietati. Gli allenatori insegnano i movimenti per compiere queste azioni, ma senza applicarle.

 Inoltre spiegano ai piccoli come cadere senza farsi male. E questo è molto importante per i bambini d'oggi che stanno dimenticando come si cade. I nostri piccoli si muovono talmente poco: non corrono, non giocano in cortile, non si sbucciano mai le ginocchia... E di conseguenza non imparano nemmeno a cadere. Tutte azioni fondamentali per il loro sviluppo psicomotorio"

Attilio Turchetta, responsabile di medicina dello sport all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma.

Rugby e Sociale

Il Rugby è uno Sport che inizia facendo capire a chi lo gioca quale è la sua identità, che il gioco di squadra è fondamentale. La realtà sportiva del rugby offre a chi si avvicina ad essa, un'organizzato sistema di ambienti e situazioni di socializzazione, di maturazione psico-fisica, che si radica anche per mezzo del processo di responsabilizzazione dal quale i ragazzi vengono investiti. Ci sono molti progetti sociale che ruotano attorno a questo sport (A Treviso un'insegnante delle scuole medie ha proposto di portare alla Tarvisium (la squadra locale) alcuni ragazzi con difficoltà caratteriali e il risultato è stato eccezionale: "Abbiamo visto che con il rugby questi ragazzi miglioravano anche il comportamento a scuola".

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